Il ragazzo –ragazzo per dire, ha passato di sicuro i 40, ma la pelle nerissima è tesa e lucente- prende la faccenda alla larga. “Tu sa? Io ho tante amiche italiane. Io gli fa compagnia. Loro mi telefona e io va”. Si siede sul mio lettino, poggia il box con gli anelli e le altre chincaglierie del Senegal. Riposa un poco sotto l’ombrellone, fa caldo anche per lui. “Loro mi telefona: tu mi fa’ un po’ di compagnia? E io va. In macchina, in albergo. Un po’ di djiki-djiki. Anche tre djiki-djiki in una volta”. “Complimenti” gli dico. C’è qualcosa di innocente nel modo in cui racconta sconcezze. “E ti fai pagare?”, gli chiedo. “Noo! Altri ragazzi sì, ma io no. Io lo fa per compagnia, per divertirsi. Mia moglie è lontana. Come fa un uomo sei mesi lontano?”. Ah, lo so bene. Qui da noi la questione è diventata perfino un caso politico. “Un uomo senza djiki-djiki non può. Noi uomini africani non può. Uomini italiani invece forse può”.
Questo è molto interessante: qualcuno può riferirlo all’onorevole Mele? “E chi lo dice che gli italiani può?”. “Le sue moglie. I mariti non fanno, e loro chiama me. Per djiki-djiki. E mi dice bravo. Una signora di cinquanta anni. Molto bella. L’ho vista ieri sera al Forte. Molto contenta”. “Tua moglie invece” obietto “non sarà contenta…”. “Ma io non dico! Lei non sa!”. Poligamia a parte, quindi, anche lì usa come da noi.
Eccoci al dunque: “E noi non può vedersi? La sera, le nove, le dieci. Noi ci diverte. Io vengo con macchina. Tu dove sta?”. “Guarda” gli dico “sei davvero gentile, ma io sono a posto così. Apprezzo molto, ma non mi serve nulla”. “Ma io so!” si scusa. “Tu brava moglie! Ma sempre pasta e pasta… magari una ha voglia di risotto con i frutti di mare”. “Niente frutti di mare, grazie”. “Ma non soldi!”. Ci manca pure che pago.
Si chiama turismo sessuale, e viene anche servito a domicilio: se Maometto non va alla montagna… Ma la notizia è un’altra: ormai, nell’opinione del Terzo Mondo, gli uomini occidentali sono maschi che non lo fanno più. “Forse perché donne non sono gentili?” mi domanda il mio generoso amico. Mi rituffo nella lettura del giornale.
(pubblicato su “Io donna”-“Corriere della Sera”)

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