La fine dei finanziamenti a pioggia delle università è un’ottima cosa. Non si può pretendere che i ragazzi diano il loro meglio a scuola e che i meritevoli siano premiati se gli stessi criteri non vengono applicati anche fra gli insegnanti. Ricordo al Liceo Parini di Milano una professora assenteista e inetta, e il preside che allargava le braccia: non ci si poteva fare nulla, quel posto era garantito a vita.

Il criterio del merito non può essere assoluto, e va temperato con principi solidaristici. La scuola non può essere solo agonistica, dev’essere anche un luogo di socializzazione, in cui si sperimenta la gratuità del sapere. Ma i meritevoli non possono più essere penalizzati.

E’ lecito domandarsi per quale ragione la sinistra abbia sempre difeso la scuola degli inetti e la pubblica amministrazione dei burocrati e degli assenteisti. Perché su questo fronte abbia predicato tanto bene e razzolato malissimo. E’ lecito rispondersi: perché quelli sono preziosi bacini elettorali. E’ lecito immalinconirsi, per questo.

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