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Vista una signora ultrasettantenne ballare il samba in quell’orribile trasmissione del primo pomeriggio di RaiUno, condotta da un’insignificante signorina già miss Italia, o miss Eleganza, o miss Cinema o che diavolo ne so (continuano imperterriti a essere questi i meriti che contano, le fasce di miss e connesse, per essere infilata nel palinsesti, e a nostre spese, dai maschi che governano la tv?). Devo dire che lo spettacolo di quella nonna danzante era piuttosto deprimente. E tutti invece: “… ma che brava, che meraviglia, che sprint, che gajarda, ma guarda che ganza!”, in romanesco stretto e con quel tono melenso che si usa con i bambini e con i vecchi, dati con certezza per rimbambiti anche quando il cervello gli funziona alla grande.
Il samba è tra le danze più sensuali, ha lo scopo evidente di sedurre, e anche in modo piuttosto esplicito: tutto un lavoro di sedere e di anche, e si capisce bene a che cosa alluda. La nonna, poverina, i suoi passetti li faceva, evidentemente appresi in una fase ormonalmente più vispa della vita. Ma le anche e il sedere se ne restavano lì, pietrificate. Il punto vita era solo un ricordo. Una fisiologica lordosi le incurvava le spalle. Il samba, insomma, non era esattamente il suo mestiere.
Non ce affatto l’ho con la signora, ci mancherebbe. Presto o tardi saremo vecchi, così come siamo stati bambini e ragazzi. Il vecchio che saremo è già con noi, così come ci è rimasto dentro il nostro inner boy. Dovremmo cercare di trattarci meglio, ecco tutto. Di non metterci in situazioni complicate e frustranti. Di saper cogliere il frutto di questa stagione della vita che può essere bellissima, se la prepariamo bene e se la salute dà una mano. Il privilegio della sapienza, tanto per fare un esempio. Il fatto di averne viste e vissute così tante da essere ricolmi di gemme preziose, e perciò naturalmente splendenti e seducenti: non c’è alcun bisogno di glitter. Una vertiginosa possibilità di libertà: dai pregiudizi, dalle convenzioni, dalle mode, e dal compito riproduttivo, che volendo ha anche una sua qual pesantezza. Quelli che ci vogliono scutrettolanti anche a 70 anni non ci stanno facendo un buon servizio. Non sarà un autunnale samba a renderci felici. Temo di sapere che cosa mi direte. Ok, e allora ditelo.

(pubblicato su Io donna-Corriere della Sera il 23 gennaio 2010)