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Lorella Zanardo

Donne e Uomini, Politica, tv Dicembre 13, 2010

AL PD PIACCIONO LE GNOCCHE

martina panagia, ex miss padania, il volto femminile del nuovo Pd


Mi scrive sul suo blog Lorella Zanardo http://www.ilcorpodelledonne.net/?p=4508

Cara Marina, il post indirizzato a Bersani in cui chiedevi perchè non far posto a Rosy Bindi, l’abbiamo tutte apprezzato. Non so se il segretario ti abbia risposto, provo io ad azzardare una risposta .

Al PD piacciono le gnocche, Rosy non è al livello di Martina Panagia, ex Miss Padania, a cui il PD ha affidato la conduzione della grande manifestazione di protesta di sabato 11 dicembre a Roma. Io se fossi un elettore del PD mi arrabbierei per essere ritenuto dal partito, esattamente come si comporta il PDL con i suoi elettori, deficiente, uno che a forza di tette e culi, si spera di convincere a votare PD. Ma le donne del PD non hanno niente da dire? Non c’era nessuna donna del PD competente e in grado di presentare professionalmente il comizio, ma mi verrebbe da dire per i modi di conduzione, la trasmissione tv?

Cara Lorella, quando si dice che il berlusconismo non finirà con Berlusconi (domani è il B-Day) si dice precisamente questo. Si parla di un’egemonia culturale, diciamo così. Immagino la riunione in cui si è deciso: “Ma il format? Ce l’abbiamo il format?”.”E poi a chi facciamo presentare?”. “A una donna…?”. “Ok, ma a chi? A Rosy, a Livia? Ad Anna?”. “Ma nooo, cazzo. Qui ci vuole una gnocca!“. Eccetera (lo dicono spesso, mi è stato riferito da fonti certissime: abbiamo troppe poche gnocche). E del resto, che cosa ne dici delle gnocchine di Santoro, e della decorativa bionda nordica muta di Fabio Fazio? Ma tu lo sai che una donna non bellissima ti fa crollare l’audience? -magari non quella femminile, magari non quella di chi decide l’80 per cento degli acquisti, ma che cosa vuoi farci, se sono imbecilli?-. Tu lo sai che se a un gruppo di autori tv proponi come ospite una donna di grande valore, la prima cosa che ti chiedono è: “Ma è un po’ gnocca?”. E ti sto parlando di trasmissioni de sinistra, de strasinistra! Ma perché non cambi il nome del tuo blog in Il corpo delle gnocche? Sai quanti contatti in più?

Si dovrebbe essere nette, io credo. Si dovrebbe dire: se il vostro modello è questo, poiché non è il mio, arrivederci. E chi vi vota? Andate pure in malora. Farete a meno dei voti di metà dell’elettorato, che problema c’è. Ma temo non abbiano neanche bisogno delle nostre maledizioni. Fanno tutto da soli.

Ti abbraccio, bellissima amica.

sarei abbastanza gnocca per iscrivermi al Pd? Che poi non si vede il resto: ho delle gran belle gambe!

Donne e Uomini, Politica Novembre 11, 2010

RISCRIVO A GAD: GIU’ DALLA TIGRE

E allora gli scrivo io, dopo alcuni giorni di attesa.
Caro Gad, mi avevi promesso via sms una risposta che non è arrivata. Non si fa così con le signore! Le hai molto a cuore, dovresti saperlo.
Ieri sera, all’Infedele,
non hai ritenuto di trovare quei 2 minuti che sarebbero bastati a chiarire la posizione dei 4 maschioni candidati alle primarie milanesi per esporre il loro programma sulla cittadinanza femminile. Non ti ho riconosciuto, in questo. Anche tu in genere assumi la questione come primaria, mi pare.
Il progetto di Stefano Boeri su questo è molto risoluto e inequivoco
, e ha spiazzato tutti: una vicesindaca, 50/50 a ogni livello, lavoro flessibile, orari, salute, il corpo delle donne, il “doppio sguardo” portato ovunque. La “tua” Lorella Zanardo, tanto per dire, donna che mostri di stimare per il suo lavoro, ha assunto quel progetto con entusiasmo e con molta libertà. E ovviamente moltissime altre.
Il programma del “tuo” Pisapia, invece, è molto traballante
: nessun impegno sulla vicesindaca (evidentemente si è trattato la posizione con qualcuno: quando il gioco si fa duro, la faccenda delle donne torna secondaria), bilanci di genere (???), insomma, un’assunzione tremolante e molto poco convinta di una questione che per il suo competitor è stata da subito primaria.
Capisco che parlando di donne, ieri sera all’Infedele, avresti imbarazzato Pisapia, e anche te stesso. Ma l’omissione è stata molto offensiva per le telespettatrici che ti seguono.
Ti chiedo un piacere, allora. Smetti di farci da paladino. Ce la caviamo benissimo da sole. SCENDI DALLA TIGRE (scusa il maiuscolo, ma qui sto proprio gridando) e cercatene un’altra. D’ora in avanti il tuo discorso sulle donne mi suonerà meno credibile.

Con l’affetto di sempre, ma un po’ meno.

Donne e Uomini, Politica, tv Novembre 7, 2010

STAVOLTA SCRIVO A GAD


Ciao Gad, come stai?

Ti scrivo qui perché nel tuo blog mi perderei in mezzo ai moltissimi commenti, e così invece magari ti raggiungo. Stiamo condividendo alla distanza una stagione politica molto bella, e chi non vive a Milano come noi forse non può rendersene conto del tutto. Non sentivo Milano così viva da molti anni, e in grande parte dobbiamo ringraziare per questo le decine di migliaia di “stranieri” di prima e seconda generazione (io ho una passione speciale per quelli di seconda, ragazzini di tutti i colori che parlano uno stupendo milanese) che ci iniettano la loro energia e la forza del loro desiderio (forse un po’ troppo aglio, ma pazienza).

Sta cominciando l’ultima settimana di queste primarie, tu stai piuttosto clamorosamente con Giuliano Pisapia, e io un po’ più silenziosamente con Stefano Boeri. Tu ritieni che Pisapia abbia maggiori chance di battere il centrodestra milanese, io sono convinta del contrario, e trovo anche molto “vecchio” il suo approccio alle cose. Con Nichi fa davvero una strana coppia, sono convinta che  non prevalesse la logica un po’ perversa e maschile degli schieramenti, e se le faccende nazionali non interferissero così pesantemente con la partita di Milano, l’alleanza naturale sarebbe tra Vendola e Boeri. Pazienza.

Io voglio parlarti d’altro, però: tu sei uno fra quei pochissimi uomini che hanno assunto il problema della nostra democrazia dimezzata, della forbice spalancata tra una società molto femminile -a Milano, in particolare- e una politica malata di maschilismo. Sei un paladino -lo dico senza ironia- della dignità femminile calpestata. Hai molto sostenuto l’amica Lorella Zanardo nel suo importante lavoro sul Corpo delle donne. Scrivi di queste faccende su Repubblica e su Vanity, ne parli all’Infedele. Sei addirittura iscritto, se non sbaglio, all’associazione Pari o Dispare (c’è anche Emma Bonino, lì, che pure lei tace). Sei anche stato un Bindiano di ferro -ora voglio vedere che cosa farai alle primarie nazionali-.

Ora, la mia domanda è questa: Stefano Boeri ha presentato un magnifico programma per le donne, Giuliano Pisapia parla fumosamente di “bilancio di genere”. Boeri si espone in un netto 50/50 a ogni livello, dalle liste alla giunta alle municipalizzate, e vuole una cosindaca accanto a sé. Parla di rivoluzione nell’organizzazione del lavoro. Di tutela per le precarie. Di maternità. Di violenza come “questione maschile”. Vuole candidare Milano per la prossima Conferenza Onu sulla Donna, nel 2015, in abbinamento a Expo. Non credo che tu non lo sappia, ma potrebbe anche essere, visto l‘omertoso silenzio di tutti gli organi di informazione a riguardo, a parte noi povere disgraziate blogger. Ti informo anche che questo documento è già stato messo in rete, condiviso e assunto da molte donne italiane, piddine e non, rappresentanti del femminismo, delle istituzioni, della società civile. Puoi vederlo qualche post qui sotto, integralmente, insieme agli altri programmi.

Ma il silenzio dell’informazione tradizionale è raggelante. E anche tu ne taci. Possibile che anche per te le ragioni di schieramento prevalgano sulla sostanza di questa cosa? E’ su questo che ti interpello personalmente. Il candidato non si sceglie sulla base dei suoi programmi? Io faccio così. E anche la grande parte delle donne, per fortuna,

Perché quando si passa dalle parole ai fatti -fatti veri, questi, non lo negherai- tutto questo interesse per le donne svanisce? Non credi anche tu che il momento sia questo – e per le politiche fra qualche mese- e che le nostre istituzioni debbano riempirsi da subito delle capacità e del merito delle donne? Spero che tu voglia rispondermi.

Un abbraccio sincero, anche a Umberta              Marina

Donne e Uomini, Politica Ottobre 27, 2010

BEATE LE ULTIME

milano, teatro puccini, lunedì sera: tutte donne meno uno

L’altra sera ho partecipato a un incontro milanese: Stefano Boeri, candidato alle primarie per l’elezione del sindaco, ha incontrato 200 cittadine (associazioni e singole) per mettersi in ascolto della loro ricchissima esperienza, ignorata dalla cosiddetta politica. Ora, lasciate perdere che fosse Boeri: avrebbe potuto essere uno qualunque tra i candidati. Voglio parlare delle donne di Milano, non di lui.

La serata è stata importante, interessante, emozionante. C’erano donne molto attive e rappresentative a Milano, dal sindacato a Microsoft, dalla direttora di Elle Danda Santini ad associazioni che lavorano sul tema della salute, da Lorella Zanardo (che ha inviato una lettera) a Lea Melandri, alle autrici dell’importantissimo “Immagina che il lavoro“. E poi imprenditrici, rappresentanti del Pd, mamme e nonne. Se ne sono andate tutte contente a mezzanotte, appena in tempo per l’ultimo metrò. Il teatro Puccini gremito, nonostante fosse lunedì sera, ci fosse un tempo infernale e nessun quotidiano avesse segnalato l’incontro.

Nessun quotidiano, peraltro, si è preso la briga di offrire un resoconto della serata. Come se a quelle che non c’erano non interessasse sapere com’è andata, di che cosa si è discusso, e quali proposte sono uscite (e ne sono uscite molte, sulla vita, sul lavoro, sulla rappresentanza: idee che ci riguardano tutte). Ogni giorno le cronache cittadine ci offrono resoconti puntuali sull’andamento di queste primarie, con particolare riferimento ai problemi e ai conflitti all’interno del centrosinistra. Su alcuni eventi, come ad esempio l’incontro tra Boeri e Dario Fo, abbiamo avuto circostanziati reportage. Ma di quello che hanno raccontato le cittadine non abbiamo saputo nulla.

Ho chiesto a Rosy Bindi (l’intervista la leggerete la prox settimana su Io donna) se a suo parere la mancanza di donne in politica sia percepita come un problema della democrazia. “Nemmeno per sogno” mi ha risposto. “Prendere coscienza di questo significa andare a toccare i fondamentali del potere, che è e resta maschile.  E’ una sicurezza che non può essere messa in discussione, perché sconvolgerebbe tutti gli equilibri”.

Per la politica, ma anche per i giornali, restiamo le ultime. Anche se nella vita di ogni giorno, nella società, siamo le prime. Quanto ci metteranno a capire?

Donne e Uomini Aprile 23, 2010

LIBERE ASSOCIAZIONI

corpo3

Intanto vi dico che Il corpo delle donne di Lorella Zanardo è diventato un libro, edito da Feltrinelli.

Poi vi dico che oggi, nel reportage di Aldo Cazzullo sulla grande rissa nel Pdl leggo con profonda tristezza questo: “Le donne, dalla Carfagna in nero alla Mussolini informale con la coda, dalla Lorenzin in mocassini alla Carlucci che con i tacchi arriva quasi a due metri…”. Ecco, le donne restano mocassini, o code di cavallo, o tacchi.

E infine, da Hanno tutti ragione di Paolo Sorrentino (sempre Feltrinelli), libro pieno di possibili citazioni: “Le biografie si fanno sempre deludenti e complicate quando ci si mette in testa di inseguire le fiabe attraverso una regolare, metodica apertura di cosce. E tutte, indistintamente, a pensare ossessivamente che la loro bellezza era stata conquistata col sudore della fronte, un’ingenuità che non mette nessuna tenerezza, mentre invece si trattava di una ordinaria, fortunosa combinazione di cromosomi… E’ difficile odiare i malvagi, questa attività viene più facile con gli illusi. E i frequentatori di scorciatoie“.

Donne e Uomini, TEMPI MODERNI Luglio 11, 2009

IL CORPO DEGLI UOMINI (MAMMUCARI COMPRESO)

Teo Mammucari che picchia sprezzantemente il microfono sulla testa di Elisabetta Gregoraci. Nina Moric appesa, i glutei nudi timbrati come prosciutti. Scene di ordinaria tv (italiana). Viste tutte insieme fanno quasi paura. Parlano di un mondo paradossale, dove le donne vanno avanti in tutti i campi, a scuola, nel lavoro, ma pagano pegno in un immaginario -confezionato anche con soldi pubblici- che le trattiene alla mercè dello sprezzo maschile. Immaginario che, come si è visto nella storia delle escort presidenziali, ha il suo côté reale (o è la realtà ad avere un côté televisivo?).
Poco prima che la faccenda deflagrasse con tutti i suoi risvolti politici l’imprenditrice Lorella Zanardo aveva messo online il suo documentario “Il corpo delle donne”, assemblaggio di orrore misogino in tv (
http://www.ilcorpodelledonne.net/documentario/index.html, 200 mila spettatori in un mese). La Moric, Flavia Vento e tutte le altre lei le chiama “le umiliate”. Per la femminista Lea Melandri invece sono “schiave radiose”. Perché è anche questione di trovare le parole: “La cosa che mi sono sentita dire più spesso dalle donne che hanno visto il documentario” racconta Zanardo “è stata: era quello che volevo dire anch’io, ma di parole non ne avevo”.

M.T. Un’assenza di discorso, un tenersi fuori che devono avere un significato. Il tuo sguardo, in quel documentario, è stupefatto.

L.Z. Io la tv non la guardavo. E’ successo che un amico, sapendomi attenta a quello che riguarda le donne, mi ha detto: ma tu la vedi mai? Capiresti tante cose. Così, durante le vacanze di Natale, insieme a lui e a un altro amico entrambi nel settore cinema e tv, ho guardato la televisione per 15 giorni, registrando 400 ore di trasmissione.

M.T. E’ significativo che siano stati due uomini a chiederti di esercitare la tua attenzione femminile. Come se ne avessero bisogno loro.

L.Z. Come se mi dicessero: noi non possiamo avere lo sguardo di donna che ci servirebbe. Daccelo tu. Era una loro urgenza. Anche sul blog ricevo molti commenti maschili, soprattutto di giovani che chiedono alle donne di prendere posizione su queste cose.

M.T. Il fatto è che in tutte queste vicende -la tv, le escort- è in gioco anche –soprattutto? –l’identità maschile. Gli uomini oggi sono impegnati a capire cos’è essere un maschio senza più donne da dominare. In questo sprezzo delle donne si vede invece un colpo di coda del patriarcato in agonia. E’ un gioco per uomini. Forse per questo le donne se ne sono tenute fuori. Quanta colpa dai alla tv?

L.Z. Molta. Come fai a darla alle ragazze che usano il corpo per arrivare, quando sono venute su con 25 anni di questa roba? A noi non è toccato. Ma certo la cosa non riguarda solo la tv.

M.T. Però almeno ora si è visto che per questa strada arrivi solo fino a un certo punto. Poi ti fermi, perché le gambe con cui cammini non sono le tue. Per una che trova un posto da showgirl o da deputata -a quanto pare oggi uno vale l’altro- mille finiscono male.

L.Z. Anch’io credo che alla fine guadagni solo molte sofferenze.

M.T. Se ci pensi, la faccia delle “rifatte” che vedi in tv è una smorfia di dolore. La femminilità cancellata per diventare dei travestiti.

L.Z. E’ un non-volto. Faccia viene da “fare”, noi la nostra faccia ce la facciamo, giorno dopo giorno. Da quando l’ho capito mi guardo allo specchio con meno ansie. E’ la mia faccia. La vedo bella così com’è, con tutti i segni della vita. Questa scoperta però è l’esito di un percorso. Forse abbiamo sbagliato a non metterlo in comune, a tacere così a lungo con le ragazze…

M.T. … a non occuparci più del corpo, lasciandolo al mercato e al consumo. A non proporre la nostra idea di bellezza. Quando ti fai fare una faccia e un corpo così è per compiacere gli uomini, per corrispondere esattamente alle loro fantasie onanistiche e frettolose: labbrone, senoni… Per non creargli problemi. Tu le chiami “umiliate”, ma per me sono emancipate. Come tutte le emancipate si omologano al modello e al desiderio maschile per trovarsi un posto nel mondo.

L.Z. In effetti le rifatte sembrano femmine iperboliche, ma in realtà hanno abdicato dal loro femminile. Quello che non capisco è perché ci caschino anche donne colte. Come certe giornaliste tv.

M.T. Ormai quella è la facies televisiva. Hai paura che ti caccino di lì, e allora ti adegui.

L.Z. Io non condanno nessuno, per carità. Magari anch’io finirò per darmi una tiratina…

M.T. Il problema non è tagliare via un po’ di pelle. E’ tagliare con il femminile per adeguarsi agli uomini, per diventare esattamente il prodotto che si immagina vogliano consumare. Non è una cosa solo italiana. Ma qui ha avuto l’amplificazione, il marketing della tv.

L.Z. Il “velinismo” in altri paesi non dilaga. In Gran Bretagna certe immagini restano sui tabloid, mentre in tv l’immagine femminile è articolata e dignitosa. Insisto: abbiamo una responsabilità nei confronti delle ragazze.

M.T. La cosa che conta è lasciarsi guardare, offrirsi come modelli al loro sguardo. Restare donne essendo libere. Anzi, fare vedere che si è libere proprio per il fatto di essere donne.

L.Z. Ho notato che le ragazze sono molto contente quando vedono che nella tua vita sei realizzata ma non hai rinunciato a essere una donna. Io faccio l’imprenditrice, ma curo la mia femminilità: per me è quasi una forma di militanza. Di questo c’è molto desiderio anche fra i ragazzi che scrivono sul blog.

M.T. Sul mio blog un lettore ha scritto che l’umiliazione di uno dei due generi colpisce anche l’altro. Che come uomo si sente “consumato”, cioè attratto nella trappola del consumo mediante questo uso televisivo del corpo della donna.

L.Z. Senza nessuna differenza, oltretutto -ed è stata una sorpresa- tra reti private e reti pubbliche. Noi continuiamo a monitorare. Adesso c’è “Mercante in fiera” con questa Gatta Nera, valletta sadomaso hard. E “Sarabanda”, il solito Mammucari e Belén Rodriguez: la novità qui sono le riprese da sotto, ginecologiche. Roba che va in onda alle sette di sera, non a notte fonda. Porteremo questo materiale a chi autorizza la messa in onda. Qualcosa ci dovranno pur dire.

(pibblicato su Io donna-Corriere della Sera l’11 luglio 2009)