Vi sono varie ragioni a favore dell’ipotesi di schedare i piccoli Rom, ben argomentate da vari rappresentanti del governo: per esempio, come dice l’attivissima ministra della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini, il fatto di assicurarsi che vadano regolarmente a scuola.

C’è solo una ragione, ma una ragione davvero immane, per non procedere alla rilevazione delle impronte: il fatto che il provvedimento riguarderebbe solo l’etnia rom. Una logica tristemente nota, come la storia insegna, che in pochi passi conduce dai trattamenti “speciali” all’elezione di un popolo o di una “razza” a capro espiatorio, con tutti gli orrori che ne conseguono. Un prezzo troppo alto, per i rom e per noi tutti.

Se ci si vuole assicurare che i piccoli rom vadano a scuola non sarà difficile trovare altri sistemi.

La Chiesa ha ragione a opporsi, e noi con lei.