Secondo loro io sarei una cosiddetta “moralite”: una di quelle che non vorrebbero vedere il magnifico sedere di Belen in primetime, una di quelle che preferirebbero evitare che “Kooly Noody” diventasse la nuova sigla del tg.

Per questo le femministe amoraliste e i loro entusiasti supporter non ci amano, noi moralite. Dicono che boicottiamo il godimento. Talora trascendono un po’ e dicono che siamo cesse e invidiose, tipo le comari di “Bocca di rosa”.

Invece loro godono e godono. E lo dicono e lo scrivono, paventando che il femminismo bacchettone delle “moralite” ci riporterà indietro, a ri-essere donnine che esultano per il bianco-più-bianco e per la sfoglia-più-sfoglia. E’ infatti arcinota la casalinghitudine delle scandinave, che se un uomo per strada gli dice “Hey, bella!” chiamano l’esercito.

Ora avrei una notizia: anche noi “moralite” ce la spassiamo -o ce la siamo spassata, qui dipende dall’anagrafe e dal livello di estrogeni-. Almeno alcune di noi non sono affatto male, o lo sono state, le occasioni non sono mancate. E forse è proprio per il fatto che ce la spassiamo o ce la siamo spassata, che non ci viene poi tutta questa voglia di vedere sesso mentre diamo la pappa ai bambini e di dire e parlare di sesso. A riprova della nota legge “meno lo fai e più ne parli”. O anche a conferma dell‘intuizione di Foucault, secondo il quale non esiste la sessualità, esistono i corpi e i piaceri, i quali non richiedono necessariamente di essere detti. Ogni parola detta sul sesso è norma sul sesso.

Magari quello che ci fa soffrire è che lo splendore del corpo della madre (quella ragazza che è stata nostra madre, e che siamo state noi, o siamo noi) venga umiliato per ragioni di audience, ovvero per  vendere cose, e perciò ridotto a cosa.

Devo poi dire che tra l’originale e la copia tendo a preferire l’originale. E mi attacco al midollo di alcune leonesse, come Roberta (Tatafiore), o anche Catherine Millet, che quanto meno non hanno mai fatto mistero di quanto Thànatos ti arriva addosso ogni volta che fai troppo la spiritosa con Eros.