(foto mimmo jodice)

Oggi rubo il titolo (Scuorno: vergogna) al bel libro su Napoli dell’amico Francesco Durante -che naturalmente mi ripagherà, e ci mancherebbe, per il favore…- e mi rivolgo semplicemente agli elettori e ai sostenitori del Pd, il Partito Nuovo, perché qui possano esprimere in assoluta libertà i loro sentimenti sull’affaire Global Service, e spiegarci quale sarà la loro linea di condotta: se terranno duro, come la sindaca Rosetta, o si arrenderanno, “dimettendosi”.

Io, per conto mio, che a questo Partito Nuovo non ho mai creduto -sempre gli stessi, incollati alle sedie:

francesco durante, "scuorno"

francesco durante, "scuorno"

altro che Villari-, io che non ho partecipato alle primarie, che novità sostanziali non ne ho mai rilevate, e che quindi soffro meno di altri pur avendo sempre votato il centrosinistra -giusto una vaga nausea-, credo che dovrebbero semplicemente andarsene tutti, tornare alle loro vite, provare l’ebbrezza di un lavoro normale, di una vita come quella di tutti, riadattarsi a una mediocre penombra, dichiarare serenamente e dignitosamente il proprio fallimento, smetterla di sbarrare per conservare i propri privilegi, lasciare che altri costruiscano quell’opposizione di cui ogni dialettica democratica ha bisogno: la vera questione morale (formula molto deprimente, che propone come obiettivo ciò che dovrebbe essere semplicemente una premessa: la correttezza dei comportamenti) è l’occupazione indebita di questo spazio, il fatto di privare la democrazia rappresentativa del bene necessario di un’alternativa politica.

Io forse per la prima volta non mi lascerò commuovere all’ultimo minuto, e se le novità non le vedrò davvero, novità che non hanno bisogno di spiegazioni, immediatamente autoevidenti, farò come tanti abruzzesi, e a votare non ci andrò: assumendo con dispiacere nel mio comportamento, con quella che per me è un’eresia assoluta e anzi, un’autoprivazione-l’astensione dal voto-, tutta la straordinarietà di una situazione che perciò ha bisogno di soluzioni straordinarie.

Noi italiani, è assodato, nelle emergenze funzioniamo bene. E questa è senz’altro un’emergenza. E’ l’unica cosa che mi fa sperare.

  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •